Sinossi
Londra, 1914. Calvero, un tempo famoso e acclamato clown ma ormai alcolista cronico, salva la giovane ballerina Terry da un tentativo di suicidio. La porta a casa sua e cerca di reinfonderle fiducia nella vita: la ragazza è rimasta orfana da bambina e sua sorella è stata spinta a prostituirsi, ma grazie agli incoraggiamenti che riceve da Calvero, di fatto trasformatosi nel suo mèntore, Terry riprende coscienza delle sue possibilità e riacquisisce autostima, il che le permette di ritornare con successo al suo lavoro di ballerina.
Lo stesso Calvero ritrova sicurezza dei propri mezzi e tenta un rientro sulle scene, sebbene con scarso successo; in aggiunta a ciò, Terry, nonostante egli potrebbe essere suo padre vista la differenza di età, se ne innamora e vuole sposarlo, ma Calvero sa di essere troppo vecchio per lei e non vuole legarla a sé; cerca quindi di convincerla che il giovane pianista Neville, pieno di attenzioni nei suoi riguardi, è l'uomo giusto per lei. Dopodiché, per evitare di intromettersi tra i due giovani, Calvero lascia la propria abitazione per prodursi come artista da strada.
Tornata al successo pieno, finalmente Terry ha uno spettacolo tutto suo, e cerca Calvero per esprimergli riconoscenza. Lo ritrova e gli offre un'apparizione durante una serata di beneficenza organizzata dal suo impresario. Calvero accetta, e la sera dello spettacolo si presenta sul palco insieme alla sua vecchia spalla. I due partner, la cui scena chiude il primo atto dello spettacolo, si producono in una prestazione eccezionale che entusiasma il pubblico: alla fine della gag Calvero cade sull'orchestra. Il pubblico pensa a una finzione e applaude calorosamente, ma in realtà Calvero ha un attacco di cuore e sta morendo: portato dietro le quinte, spira durante il secondo atto, mentre Terry sta ballando sul palcoscenico.
TOURNÉE
2017
Trieste dal 6 all' 11 gennaio Teatro La Contrada
Bologna 12 gennaio Teatro Duse
Mogliano Veneto 13 gennaio Teatro Busan
Fossano 19 gennaio Teatro I Portici
Piossasco 20 gennaio Teatro Il Mulino
Marsala 26 gennaio Teatro Baluardo Velasco
Caltanissetta 27 gennaio Teatro Teatro Regina Margherita
Enna 28 gennaio Teatro Teatro Garibaldi
Roma dal 31 gennaio al 12 febbraio Teatro Quirino
Napoli dal 23 al 26 febbraio Teatro Delle Palme
2016
Bolzano 4 e 5 novembre - Teatro Cristallo
Isernia 7 novembre - Teatro Auditorium Unità d'Italia
Agnone 8 novembre - Teatro Italo Argentino
Charlie Chaplin
"IL TEMPO E' UN GRANDE AUTORE ,TROVA SEMPRE IL PERFETTO FINALE "
Note di Regia
Ricordo perfettamente la prima volta che vidi il film Luci della ribalta di Chaplin.
Ero bambino. Erano gli anni in cui la RAI trasmetteva in bianco e nero, gli anni in cui, di sera, più famiglie su riunivano a casa di qualcuno che possedeva il televisore (ricordo il mitico Telefunken!) per passare una piacevole serata assieme vedendo un film o qualche teleromanzo.
Ricordo, come fosse ieri, la commozione dei presenti durante la scena finale della morte di Calvero…
La seconda volta che rividi il film fu in un vecchio cinema di periferia nel 1975, l’ultimo giorno in cui era consentito fumare al cinema.
Ricordo la sala strapiena di spettatori avvolti da una fitta nebbia...
Era percepibile una strana eccitazione: tutti i presenti si sentivano parte di una comunità che celebrava per l’ultima volta il rito di fumare in un luogo pubblico, assieme, guardando un film destinato a rimanere nella loro memoria, perché legato ad un evento fuori dell’ordinario.
Ecco: Luci della ribalta , per me, è legato a questi due episodi: al ricordo di una comunità che si riunisce per condividere una forte emozione.
Mi ha subito affascinato l’idea di mettere in scena, per la prima volta in teatro, quest’opera di Chaplin. Mi emoziona l’idea di offrire l’opportunità al pubblico di rivedere a teatro una vicenda che appartiene all’immaginario collettivo.
Ho la sensazione che oggi gli spettatori abbiano il desiderio di lasciarsi accompagnare da storie capaci di emozionare e (perché no?) commuovere.
E’ mia intenzione offrire al pubblico la possibilità di lasciarsi coinvolgere da una vicenda ricca di motivi che non hanno età: l’amore, le delusioni, la paura di non farcela, la voglia di riscatto, il desiderio di realizzare i sogni, lo sforzo di trovare un senso positivo all’esistenza e soprattutto il grande amore per il teatro che riesce a dare colore al grigiore della realtà.
Lo spettacolo, sia drammaturgicamente che visivamente, ha un vivace montaggio cinematografico.
E’ come vedere una vecchia pellicola in bianco e nero in cui inaspettatamente irrompe, all’improvviso, il colore perché si accendono le luci della ribalta. E tutto, quasi per magia, si trasforma: la realtà riscopre la poesia, il divertimento, la leggerezza. E chi assiste assapora il coraggio di commuoversi.
Quando sulla ribalta si spegneranno le luci sull’ultimo ballo di Teresa restituita alla vita e all’arte da un atto d’amore puro e generoso di Calvero, resterà la sensazione forte che l’immaginazione è “il più grande giocattolo della felicità”.
Solo l’immaginazione e la fantasia creatrice accendono il desiderio e restituiscono il senso della vita, alimentano il fuoco sotto la cenere. Perché, in fondo, pur nelle angosce e le difficoltà del quotidiano, quando ogni speranza sembra solo una remota possibilità, un irraggiungibile approdo, la fantasia ci offre la consapevolezza che “nulla finisce, cambia soltanto” .
Non resta che esserne consapevoli e non smettere di credere che la vita possa sorprenderci ancora. Per una nuova, lucente, ennesima ribalta.
GIUSEPPE EMILIANI