Sinossi
Elena di Euripide é una tragedia paradossale. La Elena che conosciamo infatti, rapita e portata a Troia da Paride, scatenando la prima guerra imperialistica della storia dell’umanità, non é la vera Elena! E’ un’immagine di fumo costruita per vendetta da Era perché non é stata scelta come la più bella fra le tre dee. La vera Elena é stata trasportata da Mercurio sopra un’isola egiziana, dove regna Proteo, re buono e rispettoso delle regole della ospitalità, che le permette di vivere lì in attesa della fine della guerra di Troia e del ritorno del marito Menelao. Però alla sua norte il figlio Teoclimeno vuole possedere a tutti costi Elena per farla sua, ed Elena per impedire questo matrimonio si rifugia nel sepolcro inviolabile di Proteo, e lì aspetta il ritorno del marito. La storia di Elena quindi é la storia di una donna fedele che vive in attesa dell’arrivo di Menelao sull’isola per tornare con lui a Sparta, dove spera di rivedere la madre Leda, i due gemelli Castore e Polluce e la figlia Ermione. L’introduzione del tema del doppio mette in crisi i temi tipici della tragedia classica e introduce quelli della commedia. I due sposi lontani, infatti, con l’aiuto dell’indovina Teonoe, si ritrovano e consacrano in un lieto fine la loro unione. Ma nel frattempo la finta Elena é stata la causa di una guerra di sterminio sia nel campo dei greci che in quello dei troiani. E così la prima grande guerra imperialistica é il frutto di una finzione, di un inganno della storia. Il tema del doppio si colora sempre di più di toni comici e da commedia, e introduce un nuovo tema che é quello della rivalsa della vera Elena nei confronti della propria immagine finta ma molto più importante di lei. Mi sono immaginato il dramma di una grande attrice degli anni trenta con una controfigura che ha avuto più successo di lei. Dopo il ritrovamento dei due coniugi Euripide infatti introduce, attraverso i preparativi e la fuga dei due dall’isola, con la beffa a Teoclimeno, un ulteriore tema narrativo che é quello del romanzo d’avventure, come se la vera Elena, cercasse di conquistarsi una dignità storica cercando di emulare le imprese della finta Elena, pur trattandosi di imprese nefaste e terribili per i lutti e le stragi che hanno provocato. Ma lo spazio che la vera Elena si crea con la sua fuga é appunto quello del romanzo d’avventure, della fiction. La struttura drammaturgia tragica si svuota dall’interno, inventando nuovi moduli narrativi e drammaturgici. Solo il coro si fa interprete della memoria di una tensione tragica; di una tragicità molto moderna e contemporanea. Il tema é quello della inesorabilità del tempo che passa sui volti e sulla storia degli esseri umani che non può essere recuperata: non si può ritornare indietro. Ermione, la figlia di Elena, é diventata vecchia nell’attesa del ritorno della madre e non potrà più trovare marito, così come le intimità familiari non potranno più essere recuperate: la madre Leda é morta così come i due gemelli dioscuri che sono diventate due stelle. Euripide poi, attraverso la voce del coro, fa un attacco violento alla categoria della bellezza, come categoria che nasce in disprezzo totale del valore dei riti dionisiaci. Questi i temi che Euripide introduce con toni e forme veramente rivoluzionarie nella sua Elena. Ho costruito uno spettacolo assecondando e approfondendo queste nuove tensioni drammaturgiche, cercando di essere il più possibile fedele allo spirito euripideo, che é di tradimento e di reinvenzione della tragedia classica tradizionale.