Locandina

Sinossi

Lo Scarfalietto o “Lo Scaldaletto” é “la più divertente commedia napoletana di tutti i tempi”. I protagonisti de Lo scarfalietto sono Amalia e Felice, freschi sposi, che litigano per qualsiasi banalità. Stavolta é la rottura di uno scaldino nel letto nuziale a provocare il finimondo, con convocazione di avvocati e richieste di separazione. Alle liti violente assiste Gaetano Papocchia, buffo carattere di anziano pretendente che capita in casa della coppia per affittare un “quartino” destinato alla soubrette Emma Carcioff, per cui da tempo spasima. Da questa crisi matrimoniale scaturiscono una serie di situazioni esilaranti, comiche, al limite del grottesco fino al delirio finale all’interno del tribunale, alla brillante esplosione dei meccanismi drammaturgici scarpettiani.

Video

TOURNÉE

2012

Reggio Calabria 4 e 5 febbraio 2012 Teatro Cilea
Milano dal 7 al 19 febbraio 2012 - Teatro Franco Parenti
Carbonia (CA) 21 febbraio 2012 - Teatro Centrale
Cagliari dal 22 al 26 febbraio 2012 - Teatro Massimo
Campobasso 28 e 29 febbraio 2012 - Teatro Savoia
Aradeo (LE) 1 marzo 2012 - Teatro Domenico Modugno
Castellaneta (TA) 2 marzo 2012 - Teatro Valentino
Torremaggiore (FG) 3 marzo 2012 - Teatro Rossi
Teano (CE) 6 marzo 2012 - Auditorium
Eboli (SA) 7 marzo 2012 - Teatro Italia
Benevento 8 marzo 2012 - Teatro Italia
Nola (NA) 9 marzo 2012 - Teatro Umberto
Avellino 10 e 11 marzo 2012 - Teatro Carlo Gesualdo
Acerra (NA) 13 marzo 2012 - Teatro Italia
Lacedonia (AV) 14 marzo 2012 - Teatro Comunale
Pompei (NA) dal 15 al 18 marzo 2012 - Teatro Mattiello
Trieste dal 21 al 25 marzo 2012 - Politeama Rossetti
Cuneo 27 marzo 2012 - Teatro Toselli
Verona dal 28 al 30 marzo 2012 - Teatro Nuovo
Montegiorgio (AP) 31 marzo 2012 - Teatro Alaleona
Arezzo 1 aprile 2012 - Teatro Mecenate
Loreto (AN) 2 aprile 2012 - Teatro Comunale
Torino dal 24 aprile al 6 maggio 2012 - Teatro Carignano

2011

Avezzano (AQ) 11 gennaio 2011 - Teatro dei Marsi
Perugia dal 12 al 16 gennaio 2011 - Teatro Morlacchi
Cesano Boscone (MI) 17 e 18 gennaio 2011 - Teatro Cristallo
Brescia dal 19 al 23 gennaio 2011 - Teatro Sociale
Bisceglie (BT) 25 gennaio 2011 - Teatro Garibaldi
Crotone 26 e 27 gennaio 2011 - Teatro Apollo
Taranto 28 gennaio 2011 - Teatro Orfeo
Paola (Cs) 29 gennaio 2011 - Auditorium
Cosenza 30 e 31 gennaio 2011 - Teatro Garden

2010

Roma dal 5 al 24 ottobre 2010 - Teatro Quirino
Carpi (MO) dal 5 al 7 novembre 2010 - Teatro Comunale
Napoli dal 12 al 21 novembre 2010 - Teatro Bellini
Padova dal 23 al 28 novembre 2010 - Teatro Verdi
Bolzano dal 2 al 5 dicembre 2010 - Teatro Comunale
Vipiteno (BZ) 6 dicembre 2010 - Teatro Comunale
Merano (BZ) 7 dicembre 2010 - Teatro Puccini
Trento dal 9 al 12 dicembre 2010 - Auditorium Santa Chiara
Laives (BZ) 13 dicembre 2010 - Teatro San Giacomo
Brunico (BZ) 14 dicembre 2010 - Haus Michael Pacher
Bressanone (BZ) 15 dicembre 2010 - Forum
Cassano (VA) 17 dicembre 2010 - Auditorio
Nova Milanese (MB) 18 dicembre 2010 - Auditorium Comunale
Rivoli (TO) 19 dicembre 2010 - Maison Musique
Cortona (AR) 27 dicembre 2010 - Teatro Signorelli
Genova dal 28 dicembre al 02 gennaio 2011 - Teatro della Corte

Recensioni

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Note di Regia

Il mio viaggio a ritroso che partendo da Ruccello mi ha portato a Moscato e poi a Eduardo De Filippo mi riconduce ora a Eduardo Scarpetta. Un grumo di passioni, un viluppo di sentimenti e ricordi avvolti dal dolore della perdita e dalla nostalgia di anni lontani e gioiosi, mi ha fatalmente riportato alle origini del teatro comico napoletano “moderno”. Io e Mario Scarpetta abbiamo debuttato insieme nel 1972, nello stesso anno ho conosciuto Eduardo che diventò il mio maestro e già da bambino mio padre mi recitava l’arringa di Anselmo Raganelli nello “Scarfalietto” ruolo che lui interpretava negli anni ’40 nelle periodiche napoletane con Augusto Carloni (figlio di Titina) il giovanissimo Luigi De Filippo eccetera, eccetera. Insomma per me rappresentare Scarpetta era una necessità, ma è la prima volta che lo interpreto, dopo 35 anni di mestiere, perché per affrontare un genio che rappresenta psicoanaliticamente anche tutto il tuo passato non si possono fare passi falsi. Scarpetta è una figura controversa: uomo difficile, dipinto dal figlio naturale Peppino come vanaglorioso e prepotente, ha passato tutta la vita attraversando successi straordinari senza mai goderli fino in fondo, intossicato dai suoi tanti detrattori, dai critici pedanti, dai sostenitori del teatro d’Arte, dai mestieranti invidiosi di cui Napoli ha sempre abbondato, dalle accuse di essere un puro traduttore di pochade e vaudeville. Ebbene io ho letto (pochi lo hanno fatto) “La boûlé” di Meilhac e Halévy da cui Scarpetta trasse “Scarfalietto” e vi posso dire che sono due opere totalmente diverse per caratteri e trama e che l’opera di Scarpetta è di gran lunga superiore all’originale e dal suo essere un capolavoro assoluto discende l’intatta qualità del testo, la sua capacità di far “morire dal ridere” gli spettatori da 130 anni a questa parte! E non un po’ meno, ma sempre di più. Il contesto in cui si sviluppa Scarpetta è indicativo: ci troviamo in una Napoli di provincia, spogliata finanziariamente e socialmente dai Savoia, spolpata e annichilita da una piccola borghesia orrenda composta da “pezzenti sagliuti” voraci e ignoranti e da una plebe vociante sporca e maleodorante che non riesce a farsi classe, ma nella reciproca sopraffazione si arrampica verso il terziario e la piccola burocrazia, una delle poche magre risorse di una città che da regina del mezzogiorno, da Capitale illuminata d’Europa con la volterriana Parigi e con Vienna diventa Cenerentola d’Italia. I difetti, le escrescenze , i cancri di quella borghesia e della nobiltà stinta e sifilidica sono presi a bersaglio da Scarpetta. Bersaglio non sempre larvato e bonario, a tratti feroce se è vero che il Felice Sciosciammocca di Scarfalietto, figlio di un “baccalaiuolo”, maltratta la servitù essendo lui stesso un pulcinellesco servo sciocco e totalmente ignorante, la moglie Amalia è una violentissima figlia di “pertusara” ( facitrice di buchi), gli attori borghesi sono Gaetano Papocchia, lubrico pretendente e manutengolo di una giovane soubrette e ancora sua moglie Dorotea, classica Marchesa zoccola petitiana che non ingarra una parola in croce ma si dà arie da “vie parisienne” e poi impresari di quart’ordine, avvocati azzeccagarbugli o, come Anselmo Raganelli, afflitti da una balbuzie da metafora equivoca fulminante, scaricatori pazzi e violenti, servi intriganti. Ma come per miracolo, e spesso avviene in teatro, questa “band’ ‘e sciemi” diventa protagonista della più straordinaria farsa mai scritta per il teatro napoletano, un miracolo di fattura, un intarsio perfetto e come per incanto un autore in fondo conservatore, presunto assassino di Pulcinella, alfiere e beniamino di quella demi-classe mentalmente ristretta, assurge a livelli di scrittura comica che hanno pochissimi confronti nel mondo del teatro non solo nazionale. Lezioni di sintassi comica, cambi di ritmo, piroette linguistiche, un miracolo giocoso. Come il finale del “Viaggio a Reims” di Rossini. Ho provveduto a cristallizzare il tutto in un passato lontano con i personaggi che escono da un libro impolverato quali figurette di un mondo che non c’è più e che nonostante tutti quei difetti amiamo profondamente, dispensatori di gioie incomparabili e che alla fine nel loro libro di altri tempi rientreranno. Dirigere ed interpretare Scarfalietto è come ascoltare un “inno alla gioia” del teatro napoletano e per fare simili operazioni è necessario, affondando i piedi nella tradizione, attingere all’astrazione, al distacco e al surreale, evitare la macchietta, partire da connotati assolutamente realistici, cercare il ritmo interno e la musicalità dell’opera, avere interpreti ideali. Ho avuto questa fortuna: con Lello, Marianella, Margherita, Gina, Antonio, Luciano, Gianni, Gino, Antonietta e Vincenzo ho potuto disporre del meglio che oggi si possa trovare per quei ruoli su un palcoscenico italiano, Ci siamo divertiti e ci divertiremo ogni giorno perché in teatro ogni tanto anche gli attori hanno diritto a divertirsi. Stavolta è successo. Dedico questo spettacolo a Mario Scarpetta con cui tanto discutemmo e progettammo molti anni fa e che troppo presto ci ha lasciati e alla memoria di mio padre Amedeo che era, e non mi fa velo l’affetto filiale, un favoloso Tartaglia.
Geppy Gleijeses

Foto di Federico Riva